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    Punto e basta

    Centro estivo ne facciamo?

    La recente pandemia ha costretto diverse famiglie a riflettere se iscrivere o meno i propri figli al centro estivo, autorizzato a ripartire come servizio da Giugno (in alcune zone d’Italia) con specifiche normative.

    Molte di loro non vedevano l’ora aprissero, considerate le difficoltà di gestione dei propri figli in assenza di nonni o parenti disponibili a dare una mano per evitare anche grossi investimenti.

    Analizziamo però il fenomeno post-COVID.

    La promessa di un bonus Baby-Sitter ha determinato due situazioni differenti :

    • prezzi alle stelle per accedere agli stessi centri estivi dell’anno precedente – la risposta “tranquillizzante” dei gestori è “tanto richiedi il bonus baby-sitter e lo giri a noi”
    • proliferazione di mini strutture a gestione “esperta” ma non professionale

    Che fa il genitore medio?
    Aderisce scegliendo ciò che più si confà alle sue esigenze e possibilità.

    Che fa una mamma in crosta per su* figli* con difficoltà?
    I Comuni generalmente riconoscono un bonus al centro estivo affinché si aggiunga un educatore dedicato al minore. Oppure, il Comune stesso garantisce lo stesso educatore comportamentale che era già a fianco del bambino durante la stagione invernale.

    Che ha fatto Monica, mamma di Giulia, freelance e, perciò, ” a casa”?

    Monica ha scelto :

    A – mandare Giulia al centro estivo per mezza giornata (dopo 3 mesi a casa con me e prima con il papà e i nonni)

    B – ho scelto di cambiare centro estivo (a malincuore rispetto alla sicurezza e alla conoscenza del personale e della loro preparazione), perchè ritengo che dover spendere di più, non usufruendo per di più del bonus, non ritengo sia a priori giusto

    C – ho scelto di mettere Giulia alla prova (da grande mi rinfaccerà tutto, chi lo sa!) e d’accordo con le sue terapiste l’ho iscritta ad un centro estivo dove la priorità era socialità e impegno in attività ludico-motorie.

    Una sfida perchè è uno degli aspetti sui quali lavoriamo costantemente con lei .
    Vivere la quotidianità anche “in società”, accettare che i giochi siano condivisi e che c’è il momento per “lanciare la palla” e quello per “riceverla”, il momento per “correre fino ad obiettivo” e quello per “accettare di non arrivare primi ma di aver voluto partecipare”.

    Educatrice dedicata e…Entriamo in una grande palestra con annesso giardino piena e sottolineo piena di bambini e adolescenti divisi in gruppi.
    Il timore iniziale del primo giorno :

    “Giulia mi chiama e viene via! Troppo caos, non si riesce a dedicare ad attività a tavolino come il disegno, allo stesso tempo non riesce a giocare con le sue ex compagne di asilo perchè non le piace andare subito a giocare a nascondino o correre tutto il giorno”

    E invece oggi che ti scrivo è già il giorno 7 di questa esperienza.

    Innamorata della sua educatrice, ha fatto breccia nel cuore di una bimba più grande di lei (ottimo, così ce la giochiamo una carta sul linguaggio!) e… via agli sbandieratori! Gioca a pallacanestro in piccolo gruppo.

    Saluta il canestro quando andiamo a casa.
    E ha già ricevuto doni dai gestori del centro estivo (le cartoline di Peppa, noooo!)

    Le sfide fanno paura ma vanno messe in atto, soprattutto con i nostri figli.

    Ci stupiranno sempre, anche quando il messaggio di ritorno si rivelerà apparentemente negativo perchè impareremo quale è la loro vera attitudine o la loro vera passione.

    E tu, cosa hai scelto di fare quest’estate per lui o lei?

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