Il cubo raccontastorie è uno di quei giochi educativi che non ha età, perchè esiste da sempre e perchè puoi giocarci in qualunque momento della tua vita e rimanenrne sorpreso!
Partiamo dall’inizio.
Sai dirmi cos’è un CUBO RACCONTASTORIE?
Un dado le cui 6 facce riportano 6 immagini non necessariamente collegate tra loro
Come si gioca con il cubo raccontastorie?
Tirando più volte il cubo come fosse un dado si deve costruire una storia che comprenda i nomi delle cose visualizzate.
Facciamo un esempio.
Lancio il dado e viene fuori l’immagine di un albero
“Nel mio giardino c’è un albero di ciliegie”
Ritiro e viene fuori l’immagine di un gatto
“Il mio gatto sale spesso sull’albero”
E così via.
Qual è l’obiettivo di questo gioco?
Stimolare la fantasia dei bambini e aiutarli a migliorare il loro modo di comunicare.
Immagina che potere può avere sui nostri figli che più di altri hanno bisogno di incentivi per tirare fuori pensieri e parole!
La prima cosa che tutti i bambini fanno, fin da piccolissimi, è associare alle immagini i suoni e le parole.
Se ci pensi, quando domandi ad un bambino piccolo come fa il cane, lui risponde BAU! perchè gli hai insegnato ad osservare ed ascoltare il cane che abbaia.
Lui ti dice BAU! anche quando la tua domanda è “Che animale è questo?”, perchè associa mentalmente quell’immagine.
E nel nostro inconscio c’è che tutti abbiamo imparato prima i versi degli animali e poi i loro nomi…
Ciò che spetta a noi – genitori di bambini con spettro autistico ad alto funzionamento – è fare in modo che all’immagine del cane venga associata la parola CANE prima di BAU!
Perchè i nostri figli, quando sono alle prime parole, fanno più fatica ad usarne due che vanno bene per la stessa cosa. Tanto vale imparare la più corretta e, poi, tramite il gioco, arrivare anche a ricordare il verso dell’animale…
Io che col mio plastic canvas realizzo diversi giochi educativi per i bambini, ho imparato a creare cubi prima di qualsiasi altro oggetto, data la loro tridimensionalità.
E mi sono lasciata affascinare dal potere evocativo e comunicativo che hanno a tutte le età.
Un bambino che può giocare con un cubo raccontastorie :
• ad 1 anno sorriderà e riconoscerà le figure su sollecitazione dell’adulto
• quando inizierà a parlare riconoscerà lui stesso le immagini, nominandole
• dai 5 anni in su userà il cubo per inventare una storia
E poi ci sono gli altri due superpoteri del cubo raccontastorie.
IL CUBO RACCONTASTORIE CREA RELAZIONE
Perché il cubo raccontastorie sarà più utile se utilizzato con un compagno o un adulto.
Rendendo la storia più originale e stimolando il bambino a trovare le parole “giuste” per la sua storia.
IL CUBO RACCONTASTORIE E’ A MISURA DI CHI CI GIOCA.
Nel caso dei nostri bambini, ci sarà chi imparerà ad associare alle immagini le parole, chi imparerà ad associare alle immagini i colori e chi, crescendo, riuscirà ad associare una breve descrizione di pura fantasia.
Per i nostri figli è importante che questa attività sia accompagnata, a volte anche regolata, dalla nostra presenza.
In qualità non di giudici del loro operato, ma di compagni di gioco.
Possiamo guidare il percorso del gioco quando loro sembrano perdersi perchè non ancora pienamente consapevoli dell’attività che stanno facendo.
Abbiamo l’opportunità di usare argomenti semplici per tenere a noi la loro attenzione, grazie alla forma e ai colori del cubo.
E poi diventano più grandi, vanno a scuola, migliorano la comunicazione verbale.
E possono ancora usare il cubo raccontastorie?
Ma certamente!
Perchè creare un storia che ha per personaggi le immagini delle facce del cubo, a seconda di come vengano fuori col tiro del dado, consente loro di sforzarsi nel costruire un discorso LOGICO.
Cosa non scontata per i nostri figli, alle prese col riconoscere preposizioni semplici, complenti di tempo e di modo, etc.etc.
Il vantaggio di un cubo in plastic canvas realizzato a mano è che puoi prevedere quali immagini abbia sulle sue 6 facce.
In base agli obiettivi che vi siete posti di raggiungere in quel determinato momento della crescita del tuo bambino.
Giulia ha la fortuna di possederne 3, uno per ogni fase del suo percorso fino a qui.
E ancora oggi, ogni tanto, ripesca il primo, lo lancia ( o lo tira, tanto è leggerissimo!) e prova a costruire quello che lei ha ormai consolidato con le sue bambole, immaginandosi la loro maestra…
Scommetto che ti è venuta voglia di provare a giocare
Ciao, sono Monica.
Di lavoro faccio la creativa e sono mamma a tempo pieno di Giulia e del suo spettro autistico ad alto funzionamento.
Cosa ci faccio qui e cosa posso fare per te ? Te lo racconto meglio QUI
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