Quando qualcuno osserva Giulia o le parla in modo “diverso”, so che lei vorrebbe poter urlare :
CI SONO ANCH’IO .
Non serve concentrarsi sulla diversità, ma comprendere che lei c’è come altri che non sono uguali tra loro.
Per spiegarti meglio, userò alcune parole di una canzone degli 883 del 2002, colonna sonora della versione italiana del film Disney “Il pianeta del tesoro” come se fosse lei stessa a dire :
CI SONO ANCH’ IO.
Giulia, ma sei nervosa? Non si capisce niente di quello che dici!”
Io
Di risposte non ne ho
Mai avute mai ne avrò
Di domande ne ho quante ne vuoi
E tu
Neanche tu mi fermerai
Neanche tu ci riuscirai
Una caratteristica di chi ha subito una compromissione della comunicazione verbale è quella di voler “vomitare” con ansia mista alla felicità tutto quello che gira per la mente.
Senza però saper seguire sempre un filo logico.
Dal 2020 Giulia fa logopedia.
Non per imparare a parlare ma per imparare a gestire al meglio i racconti lunghi.
Quelli in cui deve descrivere , ad esempio, ciò che ha visto mentre giravamo per Firenze.
Facendo in modo che il “maialino” rimanga in piazza e non sia davanti al Battistero, vicino alla scena di Noè fatto bere vino dai figli.
Quelli in cui deve spiegare ad un compagno come intende far svolgere il gioco.
Facendo in modo che a lei rimanga solo la sua parte e che sia chiaro a lui quando può intervenire.
E quando i suoi compagni non comprendono tutto questo…
… Perchè è normale, hanno 8 anni come lei e nessuno gli ha spiegato che avere difficoltà ad esprimersi non vuol dire necessariamente essere nervosi o fuori dal mondo…
Lei non si perde d’animo, ci riprova.
Se non ci riesce, si stufa, se la prende per un attimo.
Ma non smette di pensare come può riprovarci.
E se riesce – cosa che sta imparando a fare – chiede aiuto.
CI SONO ANCH’ IO.
“Giulia, dove vai? Resta qua!”
Non so se la rotta è giusta o se
Mi sono perduto ed è
Troppo tardi
Per tornare indietro così
Meglio che io vada via
Non pensarci, è colpa mia
La lotta quotidiana di Giulia è con la sua bassa autostima.
- Ha paura di ammettere che non ha ben chiaro cosa le è stato detto, se è stato pronunciato un discorso troppo lungo per ricordare tutto. O se è stato detto troppo e tutto importante, da comprendere sì ma da aver bisogno di una pausa per ricominciare.
- Ha paura di deludere l’adulto se succede qualcosa che ai suoi occhi è “grave”.
Come quando cade per terra una matita e la prima cosa che fa è chiedere scusa perchè le è sfuggita dalle mani e non voleva.
- O quando esita a rispondere a delle domande da parte di chi non conosce guardando me negli occhi per timore che non possa rispondere.
- O quando subisce in silenzio senza chiedere aiuto, perchè questo significa per lei “è colpa mia”.
CI SONO ANCH’ IO.
“Mi aiuti?”
Non so
Se è soltanto fantasia
O se è solo una follia
Quella stella lontana laggiù
Però Io la seguo
e anche se so Che non la raggiungerò
Potrò dire
Ci sono anch’io
E’ questa la conquista che Giulia sta compiendo in questi giorni.
E’ faticosissima, le crea ancora qualche timore, ma si sta impegnando.
Perchè tutte le volte che ci riesce sente che tutto le viene più semplice e sorride ancor più del solito.
Ci sono ancora altre cose che devono mettersi a posto.
Alcune vecchie, altre nuove.
Perchè quando sistemi qualcosa se ne rompe un’altra.
Ma con lei è come seguire la stella della canzone degli 883.
Prima o poi la raggiungerà.
O si avvicinerà a tal punto da dire “ci sono anch’io” e farsi sentire mentre lo dice!
Ed io sarò sempre là finché potrò – insieme al suo papà – a spingerla (del mio dovere di mamma in crosta te ne ho parlato proprio un post fa )
“Io ti vedo!”
Non è
Stato facile perché
Nessun’ altro a parte me
Ha creduto
Però ora so
Che tu
Vedi quel che vedo io
Il tuo mondo è come il mio
Giulia non fa differenze tra i suoi compagni.
Riconosce i comportamenti corretti da quelli meno corretti.
Intuisce quando vogliono o meno giocare con lei.
Ad un insulto risponde “Ok, grazie!” e se ne va.
Oppure provoca le risate dei compagni quando, per reazione, esclama “viene la polizia e ti porta in prigione!”.
Perchè insultare qualcuno – per lei – è come andare in prigione.
Ma se c’è una cosa che ha imparato da sola è che ci sono tutti i suoi compagni.
Nessuno è fuori.
Nessuno di loro è costretto a dirle CI SONO ANCH’IO.
Ciao, sono Monica.
Di lavoro faccio la creativa e sono mamma a tempo pieno di Giulia e del suo spettro autistico ad alto funzionamento.
Cosa ci faccio qui e cosa posso fare per te ? Te lo racconto meglio QUI
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