• Punti di sospensione

    Trasloco : 4 consigli per non cedere alla malinconia

    All’epoca di Tik Tok dovrei dire “cartoni su cartoni cheeeeck!”

    Ci siamo.
    Chiudere, eliminare, riflettere, contare sono tutte azioni in simultanea, ad un mese dal trasferimento.

    Non sarà l’ultimo, perchè andremo in un appartamento temporaneo, ma significherà molto.
    Se prima mi sentivo prontissima, ora guardo queste pareti che sto spogliando dei pochi quadri appesi e ne sento la malinconia.

    Chi l’avrebbe mai detto?

    IN QUESTA STANZA, SU QUESTO LETTO
    ho poggiato Giulia nel suo ovetto per la prima volta all’arrivo a casa.
    Era la Pasqua del 2014, aveva poco più di un mese di vita e appena l’ho messa lì mi ha come ringraziato con un sorriso gigante.

    Adesso la guardo e vedo in lei una bimba di 6 anni “speciale”.

    Poi penso che le abbiamo insegnato a riconoscere il buono in ogni novità.
    Il letto in vacanza è matrimoniale : tutto per lei.
    Il lettino dalla nonna è speciale : è quello di una principessa.
    Il nuovo letto sarà speciale : è un “castello”.

    IN QUESTA STANZA, AI PIEDI DEL NOSTRO LETTO
    dormiva Marghe , nella sua cuccia gigante.
    E’ lei il vero motivo che sembra quasi trattenermi qui.
    Ho paura di perdere il legame con lei, sempre forte anche quando non stavo bene, oppressa dalla viltà altrui.
    Lei era il nostro bastone come era la nostra figlia pelosa.

    Poi penso a ciò che ho fatto ieri, prima di chiudere un cartone.
    Ho scelto solo due cornici da portare via perchè sentissi di avere tutto con me. Una è quella in cui c’è la nostra foto.

    2006, prima vacanza insieme in Sicilia.
    Ci conoscevamo ancora poco, avevo paura a lasciarla libera perchè lei andava spinta dalla curiosità e non sempre tornava subito, pur essendo buonissima.
    Ma capii subito che non ci saremmo più lasciate quando la vidi entrare in una chiesetta sperduta di montagna per sdraiarsi accanto a me, incurante di chi potesse entrare, quasi sapesse che era un luogo di rispettoso silenzio.

    IN QUESTA STANZA, SU QUESTO DIVANO
    ho iniziato a maneggiare il plastic canvas, la mia passione e oggi il mio lavoro artigianale.

    E’ stata la volta in cui ho pensato “questi Americani sono davvero avanti a noi cent’anni quanto a progresso”.

    E’ stato un balzo.

    Da lì a poco avrei cominciato la mia collaborazione con una rivista di settore, avrei partecipato alle prime fiere creative, mi sarei lanciata a disegnare e progettare.
    Tante volte mi sono sentita stretta nel mio angolino di lavoro, sempre pieno di strumenti di ogni genere, circondato da scatole di ogni dimensione per avere tutto a portata di mano.

    Poi penso che sarà il ricordo più bello per dar vita al mio studio, nella prossima e definitiva (speriamo, mai dire mai!) casa.
    La nostra prima vera casa, su misura , della quale sicuramente ti racconterò quando ci andremo, perchè l’avremo scelta insieme.

    IN QUESTO BAGNO HO LAVATO GIULIA LE PRIME VOLTE
    nel lavandino per i primi due mesi (tanto era piccola essendo nata prematura).

    Poi in una vaschetta pieghevole (santa tecnologia) nel box doccia .
    L’ho buttata giusto due mesi fa.
    Era già un ricordo, ma era anche un’ancora alla sua prima infanzia.

    Poi penso che nella casa in cui andremo temporaneamente si realizza il mio desiderio: la vasca.

    Per lei sarà la prima volta e impareremo anche questa.
    Immagineremo di essere in una nave e che lei sia il capitano.
    Chissà che le docce finiscano per durare 1 ora anzichè mezzora

    Tutto questo per dirti che quando devi rinunciare a qualcosa che è stato tuo per anni, ai quali è legato un mondo di ricordi, non può’ essere facile anche quando a spingerti a farlo è qualcosa di più nuovo o più allettante.

    Perchè se hai un’anima, e tu, mamma in crosta di marzapane, ce l’hai, non potrai fare a meno di voltarti indietro e guardare cosa lasci.

    Ma sempre tu, mamma in crosta di marzapane, sei la più preparata a cogliere il nuovo per farlo “entrare” nella tua famiglia.


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    2 comments
    Trasloco : 4 consigli per non cedere alla malinconia

    • Marilena ha detto:

      … tra le tue parole rivedo me, mamma in crosta, che sta per affrontare un trasloco…e ho pianto..
      Perché si, questa nuova casa l’ho desiderata: armadi alti e capienti, una stanza per il nostro piccolo di 4 anni, e uno per me che creo in continuazione lavori artigianali, una vera cucina con 4 mura e lo spazio per accogliere comodamente amici e parenti…

      Ma guardo cosa sto lasciando: una piccola casa che parla di noi.
      Spero di saper essere abbastanza reattiva per affrontare tutto con il giusto entusiasmo e non farmi prendere troppo dalla malinconia.🤍

      • monica ha detto:

        Ciao Marilena! E’ un piacere averti qui e ti ringrazio per questa condivisione.
        A distanza di 17 mesi da quel trasloco posso dirti di essere cresciuta, migliorata, ho apprezzato quello che la nostra nuova vita avrebbe dato in primis a Giulia e poi a me.
        Sono più forte e sto meglio.
        E di questo ti parlerò molto presto. Se ho malinconia io? Certo, ho conservato nei ricordi la cosa principale che non avrei mai voluto lasciare : quella mattonella dove ho stretto tra le mie braccia la mia cagnolona mentre stava andando in cielo! E credimi : oggi che sto bene ogni tanto sento ancora il suo odore per casa – buono, per fortuna 😉