• Compassione o rispetto

    Punti interrogativi

    Tu per cosa lotti ogni giorno?

    Ciao mamma in crosta!

    Mi sono fatta attendere.
    il trasloco da Modena a Fossombrone ha portato via tempo e attenzione ai miei propositi ma sono qui e sono qui più energica che mai per condividere subito un tema che mi sta molto a cuore.

    PER COSA LOTTI OGNI GIORNO?

    Che tu sia madre di un bambino con una condizione invisibile questo è accaduto al di fuori della tua volontà.
    Che tu lotti per un obiettivo specifico, questo è un fatto voluto espressamente da te.

    Non mi riferisco al “fare in modo che tutto sparisca o per lo meno sia compreso e gestito”.

    Ma a quale obiettivo punti perchè tu* figli* si ritenga parte di una comunità.

    Esistono obiettivi “estrinsechi”.

    COMPASSIONE
    Atteggiamento comprensivo e soccorrevole verso uno stato penoso

    Ovvero, a volte ti concentri poco sulla realtà che vivi ogni giorno e lasci che siano gli altri ad accorgersi di certe “anomalie” e a reagire provando comprensione per la situazione.

    EMPATIA
    la capacità di porsi in maniera immediata nello stato d’animo o nella situazione di un’altra persona

    Speri che chi vi osserva provi subito comprensione per ciò che stai vivendo e questo ti basta per andare avanti

    Esistono obiettivi “intrinsechi”.

    SOSTEGNO
    Avere la funzione di reggere qualcuno.

    Un atteggiamento propositivo, che ti impegna mentalmente e fisicamente e non sempre ti lascia distinguere se stai aiutando o ti stai sostituendo a tu* figli*.

    RISPETTO
    La considerazione speciale che si dà a qualcuno o a qualcosa, si riconosce come valore sociale e speciale.

    Se riconosci che tu* figli* esiste ed esiste con quella condizione invisibile che è dentro di lui, in rapporto a quanto ti è possibile fare, riuscirai a fare in modo che acquisisca rispetto per sè e per gli altri, quanto basta perchè ne riceva un domani che tu non ci sarai più a vigilare su di l*i.

    E’ proprio questo il pensiero che mi arrovella da giorni.

    Da quando ho letto notizie fuorvianti, volutamente rese tali da giornalisti sensazionalisti che approfittano della ignoranza, della stanchezza mentale o fisica di alcuni genitori, per buttare fuori notizie che suscitino compassione, che facciano gridare allo scandalo.

    Quanto sarebbe bello, invece, che si raccontassero storie belle, successi quotidiani, mamme che ottengono risultati importanti, figli che acquisiscono autonomie (non importa quanto grandi agli occhi altrui, sono autonomie!)

    Eppure questo è raro.

    Occorre solo essere sensibili, comprendere che mia figlia Giulia e tanti altri con condizioni invisibili a più basso o alto grado, possono interagire, arricchire i loro interlocutori di conoscenze e punti di vista che loro non hanno, condividere con gli altri un mondo più piccolo dell’universo ma pulito, onesto e buono.

    Non bisogna gridare “Poverino!” o ironizzare sui loro modi di porsi.

    Loro hanno un modo di relazionarsi che se, fatto tuo dall’osservazione, ti restituirà miliardi di belle cose.

    Molto più di quello che può restituirti un vicino maleducato, un impiegato comunale scontroso, un’insegnante poco efficace.

    E tu mamma in crosta, ricorda che se agiamo con responsabilità non dovremo aspettare siano gli altri a soccorrerci, ma saremo noi a sorridere per la nuova piccola battaglia vinta a favore di nostr* figli*.

    La pace viene da dentro.

    Non cercarla fuori

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